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Al di là delle evidenze diffuse esistono ormai numerose indagini che ci mostrano i dati della cosiddetta psicopandemia, con un aumento generalizzato dei problemi psichici nella popolazione di tutte le età. Di seguito i punti principali della questione tratti da David Lazzari, Presidente Ordine degli Psicologi.
Il Comitato Italiano Paralimpico ha realizzato un progetto denominato “La palestra delle idee”.
Obiettivi: proseguire il percorso avviato con il Festival della Cultura Paralimpica, rappresentare lo sport paralimpico come
L’idea alla base del progetto è quella di dare vita a un confronto sui temi legati allo sport paralimpico, attraverso il coinvolgimento di personaggi del mondo della cultura e di testimonial del nostro mondo sportivo.
Tra le finalità c’è anche quella di incentivare la formazione a distanza di studenti, strumento quantomai utile per garantire il proseguimento della formazione culturale degli alunni in un periodo noto per le restrizioni causate dalla pandemia di Covid 19. Per tale ragione tutti gli appuntamenti saranno visibili in diretta dal sito ufficiale e tramite i canali social del Comitato Italiano Paralimpico, rimanendo a disposizione di quanti vorranno rivedere gli incontri successivamente.
Di seguito riportiamo i link per partecipare agli incontri:
FACEBOOK: https://www.facebook.com/comitatoparalimpico/
TWITTER: https://twitter.com/CIPnotizie
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/comitatoitalianoparalimpico/
YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCEuvhJt8rECpXvLWUAx2h-Q
Questo progetto fa parte del percorso di avvicinamento alle Paralimpiadi di Tokyo 2021, il più importante appuntamento del quadriennio per il movimento paralimpico nazionale e internazionale. Si intende così offrire l’occasione per far conoscere, in modo più approfondito possibile, l’importanza di un movimento che oltre a promuovere lo sport per tutti si fa portatore del principio del pieno riconoscimento dei diritti civili per tutte le persone con disabilità.
I prossimi appuntamenti in programma si svolgeranno nelle seguenti date:
Riflettere su questa idea.
L’allenamento è:
Sentirsi comodi in una situazione scomoda
Le abilità psicologiche di base possono essere insegnate a qualsiasi età e indipendentemente dalle competenze motorie e sportive delle persone.
Nel 2015, Urban Meyer, allenatore capo di football della Ohio State University, ha scritto un grafico sulle preferenze di reclutamento. Ha indicato che l’allenatore recluta in prevalenza atleti che hanno praticato multi-sport.
Il mese scorso, USA Baseball, l’organo nazionale di baseball amatoriale, ha pubblicato un articolo sul suo sito intitolato“Salviamo l’atleta Multi-Sport dall’estinzione.” In esso, Darren Fenster, attuale manager di un’affiliata dei Boston Red Sox, incoraggia gli studenti-atleti ad aspettare il più a lungo possibile a specializzarsi in uno sport. Questi recenti pronunciamenti, vanno contro la pratica corrente di avere studenti-atleti praticanti un solo sport in giovane età. L’idea è che la specializzazione fornisca ai giovani studenti-atleti i primi successi e l’accesso ai club d’elite e ai migliori allenatori, che potrebbero meglio posizionarli nel ricevere leborse di studio.
Perché oggi sono così tanti coloro che sono a favore della partecipazione degli studenti-atleti a competizioni in sport diversi? Maggiori sono i dati scientifici a favore, sempre più chiaro risulta essere il vantaggio di praticare più sport in termini di sviluppo delle competenze e la salute generale.
(Da UsaToday)
Quando un’attività del tempo libero è praticata, per gioco, per svago ma anche in modo professionale, da un terzo della popolazione mondiale è anche possibile che entri a far parte del più grande evento mondiale: le Olimpiadi. Secondo Razer, azienda di computer e di accessori per i giochi elettronici, coloro che almeno una volta al mese o un’ora alla settimana giocano con i videogame sono 2,1 miliardi, l’equivalente del 29% della popolazione della Terra. Emerge pure che il 71% dei millenian, i giovani tra 12-35 anni, sono giocatori e hanno il vantaggio di avere tutta la vita davanti a loro per continuare a sviluppare questo interesse. Inoltre, il numero di spettatori dei videogame e degli eSports è attualmente di circa 360 milioni e si prevede che raddoppi entro il 2021.
Se a queste considerazioni guardiamo prestando attenzione agli interessi economici che hanno determinato questo tipo di diffusione, appare abbastanza evidente la ragione per cui il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) si è aperto agli eSports, definendoli come “attività sportiva” a tutti gli effetti: “Gli eSports competitivi possono essere considerati un’attività sportiva, e i giocatori coinvolti si preparano e allenano con un’intensità che può essere paragonata agli atleti degli sport tradizionali”. E’ altrettanto evidente che, in questo campo, gli interessi delle aziende che spingono fortemente al successo dei loro prodotti si sono legati nel corso degli anni all’affermazione nella società contemporanea di una concezione dello sport in cui l’essere umano può dimostrarsi competitivo anche in quelle attività, gli eSports, in cui prevale la componente mentale a discapito della componete fisica e motoria. Gli eSports rispondono, infatti, a questa esigenza mantenendo inalterata la componente agonistica, solitaria del campione sportivo, che attraverso una dedizione totale alla sua attività raggiunge l’affermazione personale.
D’altra parte lo sport tradizionale è da tempo in crisi, non solo ad alto livello per il condizionamento che il doping e l’abuso dei farmaci hanno generato ma anche a livello giovanile. Sempre più spesso necessita investimenti economici che molte famiglie non si possono permettere e chiede ai giovani livelli di competitività, di sfruttamento del loro fisico e d’impegno che non sono adeguati alla loro età. Queste ragioni rappresentano una delle cause principali dell’abbandono dello sport da parte degli adolescenti.
Inoltre, l’uso del computer in tutte le sue articolazioni ha cambiato profondamente il nostro modo di vivere così come lo sport, attraverso l’uso delle nuove tecnologie per valutare le prestazioni e costruire i programmi di allenamento.
In sintesi, stiamo vivendo un cambiamento radicale del concetto di sport, in cui l’esasperazione della competitività ha modificato la cultura delle organizzazioni sportive e sta allontanando i giovani dallo sport. Con quest’ultima decisione del CIO siamo entrati in una fase successiva, in cui lo stesso uso dei nuovi sistemi tecnologici diventa una forma di attività sportiva ufficialmente riconosciuta e regolata e si propone come un modo per riconquistare nuovamente i millenian al mondo sportivo, in quanto principali fruitori degli eSports, permettendo così al CIO di riavvicinarli nuovamente allo sport olimpico.
Inizia la terza stagione del progetto “Calcio Insieme” dedicato ai bambine/i di 6-12 anni con difficoltà intellettive che vogliono giocare a calcio con AS Roma e l’Accademia di Calcio Integrato.