Nel mio lavoro con gli atleti mi accorgo che i problemi che gli atleti incontrano nella loro quotidianità fatta di allenamento e gare provengono dalla loro vota quotidiana sportiva ed extra-sportiva ma vengono ingigantiti dal non avere qualcuno con cui condividere e parlare dei queste situazioni. Per cui, a mio avviso, le crisi derivano dal non avere accanto accanto qualcuno con cui condividere i propri stati d’animo e paure, in questo modo non si risolvono subito ma diventano pensieri fissi che portano a vivere giornate negative e prestazioni insoddisfacenti.
Soprattutto per i più competitivi questa difficoltà a fornire prestazioni può portare ad allenarsi ancora di più nella speranza di risolvere il problema. E’ ovvio che questa soluzione ha il sapore della punizione: “Giacchè non stai riuscendo, allora lavora di più”.
Quando i problemi irrompono nella vita il primo passo è di accettarli, considerandoli una parte vitale della propria esperienza. Capita lasciare o essere lasciati dal partner, capita avere dei dubbi sulle proprie capacità sportive, capita pensare di non avere amici, capita sentirsi soli. Sono certamente momenti spiacevoli ma capitano a tutte le persone ma vanno accettati come si accetta una strada con le buche. Accettare di essere in difficoltà è necessario per passare al punto seguente: come ne posso uscire.
Solo dando valore alla difficoltà ci si motiva per trovare una soluzione. Se invece si pensa che non sarebbe dovuto succedere, sarà più facile intraprendere un percorso in ci si passa dalla lamentela verso di sé al convincersi o che si è sfortunati o che queste cose succedono perchè si è incapaci di evitarle.
Pensateci!